I segreti di Nicholas Flamel l'immortale - Il Negromante by Michael Scott

I segreti di Nicholas Flamel l'immortale - Il Negromante by Michael Scott

autore:Michael Scott [Scott, Michael]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Juvenile Fiction, General
ISBN: 9788852021343
Google: 4wgmjg8XjVsC
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2011-11-02T18:09:05+00:00


CAPITOLO TRENTANOVE

— Non hai ambientato un paio di tue opere in una foresta proprio come questa? — chiese Saint-Germain, in tono allegro.

— Solo le commedie — rispose William Shakespeare, in un sussurro roco. — E le mie foreste erano popolate di creature più gentili. Questo è un luogo malvagio.

Palamede si fermò all’improvviso e sia Francis sia William gli andarono a sbattere contro. — Volete stare zitti? — bisbigliò. — Sembrate una mandria di elefanti. E fidatevi di me, ci sono certe cose in questa foresta che nemmeno io ho voglia di svegliare.

— Non fa differenza — mormorò Saint-Germain. — Sono sicuro che sanno che siamo qui. Lo hanno saputo nell’istante stesso in cui siamo scesi dalla macchina.

— Oh, sì che lo sanno. — Shakespeare annuì. — Ci seguono.

Gli altri due immortali si voltarono a guardarlo. Anche se nella foresta era buio pesto, i sensi amplificati permettevano loro di vedere tutto con un’accuratezza sorprendente, sebbene senza colori. Palamede guardò Saint-Germain, che scosse la testa; nessuno dei due si era accorto di essere seguito.

Shakespeare si aggiustò gli occhiali sul naso e sorrise, coprendosi subito i denti con la mano. — In questo momento siamo osservati da uno spirito della foresta, una femmina bassa, graziosa e dalla pelle scura, con indosso un vestito che presumo sia verde Lincoln.

— Impressionante — commentò Palamede. — Come fai a…? — cominciò, ma si interruppe. — È dietro di noi, vero? — domandò in latino.

Il Bardo annuì.

— E non è da sola, giusto? — continuò l’altro nella stessa lingua, senza distogliere lo sguardo dall’amico.

— Esatto — confermò il Bardo.

Saint-Germain si voltò lentamente per guardare oltre la spalla di Palamede.

— Scommetto che sono armate di archi — aggiunse il Cavaliere saraceno.

— Archi e lance — corresse Saint-Germain.

Palamede si voltò ad affrontare il comitato di accoglienza. Gli ci volle un po’ per individuare le donne sparpagliate tra gli alberi; per quanto gli era dato di vedere, dovevano essere una dozzina. Erano basse e snelle, con le braccia e le gambe allungate, gli occhi grandi e obliqui, le bocche come sottili linee orizzontali sul viso. Capì che si trattava di driadi, spiriti della foresta.

Una, un po’ più alta delle compagne, fece un passo avanti. Impugnava un arco corto e curvo, con una freccia nera già in cocca. — Identificatevi! — La sua voce suonò come un fruscio di foglie.

Palamede le rivolse un inchino. — Che tu sia benedetta! — esclamò, usando il saluto tradizionale. — Non vi avevo mai viste qui.

— Siamo nuove.

Il Cavaliere drizzò la schiena. — E con un incantevole accento. Naxos… no, Karpathos. Cosa ci fanno delle driadi greche in una foresta inglese?

— Ci ha chiamate lui.

Qualcosa si mosse alle spalle della driade. Una figura alta e incredibilmente sottile fece la sua comparsa. Il volto era quello di una donna bellissima, ma il corpo sembrava ricavato dal tronco di un albero. Braccia che terminavano in dita simili a ramoscelli giungevano fino a terra, e radici nodose prendevano il posto dei piedi.

Palamede si voltò, con la scusa di presentare la nuova arrivata.



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